Test e IST: Infezioni Sessualmente Trasmissibili

Sintomi e cura delle infezioni più comuni

Conoscere i sintomi

Di seguito un elenco delle infezioni più comuni, abbiamo incluso le descrizioni specifiche per fornire maggiori informazioni e qualche strumento in più per allertarti su possibili sintomi da riconoscere su di te e sugli altri, e per sapere quali sono le cure disponibili. Non ci sono foto allegate. 

Questo articolo non sostituisce in nessun modo il parere di un medico e ha il solo scopo di aumentare la consapevolezza e le informazioni a disposizione di chi è sessualmente attivo. 

  • Papilloma Virus (HPV)
  • Condilomi
  • Vaginite
  • Tricomoniasi
  • Herpes
  • Clamidia
  • Gonorrea
  • Sifilide (LUE)
  • Epatiti
  • Scabbia
  • Piattole
  • HIV e AIDS
  • Prep

Papilloma Virus (HPV) 

L’infezione da Hpv (Human papilloma virus) è molto frequente nella popolazione e notevolmente contagiosa. Ci sono numerosi ceppi, a diverso rischio oncogeno, o di provocare il cancro. Il vaccino copre parte di quelli ad alto rischio. 

SINTOMI: La maggioranza delle infezioni è transitoria e asintomatica. Tuttavia, l’infezione può persistere anni e si può riattivare periodicamente, provocando lesioni benigne o maligne. 

CURE: Non esistono terapie farmacologiche per eradicare il virus dall’organismo. Verruche e condilomi possono essere trattati con creme. È importante fare il Pap test, che consente l’individuazione precoce di cellule anomale infettate da HPV, anche se si è ricevuto il vaccino.

Condilomi

Si tratta di un’infezione virale molto comune appartenente alla famiglia delle verruche veneree. Sono piccole protuberanze cutanee di colore rosa/rosso che possono svilupparsi isolatamente o a gruppi e che compaiono lungo l’asta del pene e il glande, sulle labbra della vagina, intorno e all’interno dell’ano.

SINTOMI: Di solito non sono dolorosi, a meno che non vengano trattati dopo un certo periodo dalla comparsa.  Qui trovi una foto, se te la senti puoi cercarne altre su Google. 

CURE: Le tecniche di trattamento sono diverse: elettrocoagulazione, creme e soluzioni speciali, criocoagulazione. La diagnosi precoce è sicuramente lo strumento più efficace per trattare quest’infezione. I condilomi più gravi potranno essere trattati utilizzando semplici tecniche chirurgiche o ricorrendo all’uso della laser terapia.

Epatiti 

Fra le molte forme attualmente conosciute delle epatiti virali, quelle maggiormente diffuse sono la A, la B e la C. L’epatite si può presentare in forma acuta dopo un periodo di incubazione variabile.

SINTOMI: I sintomi tipici della malattia nella sua fase acuta durano in media 4/6 settimane e sono: ittero (progressivo ingiallimento della pelle e delle sclere degli occhi, con urine scure e feci chiare), nausea, avversione per cibi grassi e bevande alcoliche, in alcuni casi febbre, diarrea e perdita di peso. Le infezioni possono presentarsi anche in forma cronica o asintomatica, quindi senza alcun sintomo, ma la persona può essere comunque fonte di contagio. È frequentemente questo il caso dell’epatite C e in misura minore dell’epatite B. 

CURE: Per la cura dell’epatite acuta è meglio il ricovero ospedaliero perché è necessario un periodo di assoluto riposo, in cui è vietato bere alcolici e serve un’alimentazione adeguata. L’epatite cronica (B o C) può essere trattata rivolgendosi ai centri specialisti (gastroenterologia, malattie infettive).

Vaginite

La vaginite è un’infiammazione acuta o cronica della vagina. Si distingue in vaginite primaria quando l’infiammazione ha origine nella vagina e vaginite secondaria quando l’infiammazione ha origine in una sede vicina. Spesso l’infiammazione si estende anche alla vulva e in questo caso si parla più propriamente di vulvovaginite. La vaginite è una condizione comunissima! 

SINTOMI: Pruriti, fastidi, rossore. 

CURE: Il trattamento può essere antibiotico o antimicotico in base a quale sia l’infezione all’origine dell’infiammazione.

Herpes

L’herpes è un virus estremamente comune, che una volta contratto, rimane nell’organismo per il resto della vita. Si manifesta occasionalmente nei periodi di maggiore debilitazione fisica generale. 

SINTOMI: Prurito, bruciore, vescicole che si trasformano in piccole ulcere dolorose attorno alla bocca, alla vagina, al pene, all’ano. Queste piccole ulcere guariscono in genere entro 10/14 giorni. Puoi cercare foto su Google se te la senti. 

CURE: Esistono creme e compresse per curare e ridurre i sintomi.

Tricomoniasi

E’ un’infezione molto frequente causata dal parassita Trichomonas Vaginalis. 

SINTOMI: A seconda del livello delle difese naturali della vagina, i sintomi sono più o meno accentuati e consistono nella presenza di perdite vaginali fluide e maleodoranti, di colore giallo-verdastre; possono essere inoltre presenti bruciore e dolore nei rapporti sessuali, oltre a prurito e ad un arrossamento della vulva e delle pareti vaginali. La tricomoniasi può colpire anche i genitali maschili causando uretriti e prostatiti, che si manifestano sotto forma di piccole perdite e dolore nella minzione. 

CURE: Il trattamento prevede l’utilizzo di antibiotici, anche sotto forma di ovuli.

Scabbia

La scabbia è causata da acari non visibili ad occhio nudo che scavano piccole gallerie sotto la pelle, dove depongono le uova. La trasmissione avviene molto facilmente per contatto diretto. 

SINTOMI: Prurito specialmente notturno, piccole chiazze in rilievo di colorito rossastro sulla pelle. Queste alterazioni possono comparire sul pene, sui testicoli, intorno all’ano, ma anche altrove (mani, polsi, ecc.). 

CURE: Il trattamento consiste nell’applicare su tutto il corpo creme o lozioni specifiche. Sarà necessario inoltre lavare la biancheria, i vestiti e le lenzuola a 60 gradi. (Tutte le persone con cui hai fatto sesso o con cui hai avuto contatti intimi recentemente dovrebbero a loro volta fare il trattamento).

Piattole

Sono piccoli parassiti della famiglia dei pidocchi di colore chiaro, che vivono tra i peli del pube, ma si possono annidare anche in altre parti del corpo ricche di peli, come le ascelle e la barba. 

SINTOMI: Un forte prurito. 

CURE: Il trattamento consiste in preparati specifici (polveri, shampoo, gel) da applicare direttamente sul corpo. È necessario inoltre lavare la biancheria, le lenzuola e gli abiti a 60 gradi.

Clamidia

L’infezione da chlamydia è di origine batterica e si manifesta in modo molto simile alla gonorrea, sotto forma di un’uretrite o di una vaginite. 

SINTOMI: spesso l’infezione da chlamydia è asintomatica, quando appaiono i sintomi consistono in perdite, bruciore nel fare la pipì, pruriti e dolori persistenti localizzati, a seconda di dove è avvenuto il contagio.

La chlamydia dalla vagina può diffondersi alla cervice uterina e poi alle tube, alle ovaie e all’apparato urinario. In conseguenza di tale estensione può causare dolori pelvici, renali e portare anche alla sterilità. 

CURE: ciclo di antibiotici

Gonorrea

È una delle infezioni causate dal batterio gonococco che può colpire i genitali, ma anche l’ano, la bocca o la gola. 

SINTOMI: quando si presentano, i sintomi consistono in una secrezione dal pene o dalla vagina e in forti dolori durante la minzione. Posso anche verificarsi insistenti dolori all’ano o alla gola a seconda della localizzazione. E’ curabile, ma se non viene diagnosticata e curata può provocare nella donna la malattia infiammatoria pelvica, con conseguente sterilità. 

CURE: ciclo di antibiotici 

Sifilide (LUE)

La sifilide, detta anche lue, è una malattia infettiva causata dal batterio treponema pallidum. In genere, colpisce gli organi genitali ma può anche causare disturbi e manifestazioni generalizzate e, in determinate circostanze, progredire nel tempo  e provocare lesioni irreversibili a carico degli organi interni. 

Il batterio determina la comparsa delle caratteristiche lesioni a rilievo di colore rosaceo non dolorose (sifilomi), che persistono generalmente per qualche settimana. Puoi trovarne foto se non ti da fastidio questo tipo di immagini. 

SINTOMI: La sifilide si sviluppa secondo diversi stadi.

CURE: Ciclo di antibiotici

Stadio primario

Tra il contagio e l’insorgenza dei primi sintomi possono passare da 10 a 90 giorni. Lo stadio primario è caratterizzato dalla presenza di un’ulcera (sifiloma) che può comparire sui genitali, sull’ano, in bocca o in gola, e che si presenta come una lesione nodulare, rotondeggiante, dura al tatto, indolente, di colore rosso scuro. L’ulcera guarisce spontaneamente senza esiti nel giro 3-6 settimane, ma la malattia continua il suo corso.

Stadio secondario

Dopo 2-8 settimane, lo stadio primario lascia il posto allo stadio secondario che si manifesta con la comparsa sulla pelle di macchie rosate di varia forma, chiamate “roseola sifilitica”, che interessano prima il tronco e successivamente gli arti, risparmiando il volto. Tipiche sono le localizzazioni su mani e piedi. Le manifestazioni cutanee sono spesso accompagnate da linfonodi ingrossati. Sono possibili manifestazioni anche febbre, mal di gola, disturbi gastrointestinali, dolori ossei. Anche senza trattamento i segni e i sintomi della sifilide secondaria scompaiono, ma se non trattata l’infezione progredirà verso lo stadio latente.

 

Stadio latente

In questo stadio, che può durare fino a due anni, la sintomatologia è assente ma la persona è ancora malata. La maggior parte delle persone, se trattate correttamente, guarisce.

HIV e AIDS

 È importante sottolineare che è altamente possibile non rendersi conto di essere sieropositivi: possono passare anni senza l’insorgenza di sintomi, per questo bisogna testarsi. 

Con il termine “carica virale”, invece, si indica il numero di copie dell’HIV nel sangue. 

Fasi dell’infezione: 

1. Sindrome acuta da HIV: in questa fase, quando si diventa HIV+, sieropositivi. Alcune persone non presentano nessun sintomo, altre invece sviluppano sintomi simili all’influenza, con cui possono essere facilmente confusi (febbre, ingrossamento dei linfonodi, mal di gola, dolori muscolari, mal di testa). In questa fase la velocità di replicazione del virus è molto rapida e nei fluidi (sangue e secrezioni genitali) la quantità di virus è elevatissima, per questo il rischio di trasmissione è molto alto. In molti casi si tratta di un processo transitorio: per questo senza fare il test possono passare anni prima di sapere di averla contratta.

  1. Fase di latenza clinica: questo stadio è caratterizzato dalla pressoché totale assenza di sintomi. Durante questo stadio la carica virale nel sangue normalmente è abbastanza bassa.
  1. AIDS: si definisce AIDS – sindrome da immunodeficienza acquisita – la malattia causata dal virus del’HIV. Essere in AIDS significa che il tuo sistema immunitario è stato seriamente danneggiato dall’HIV e puoi essere soggetto all’attacco di alcune forme di tumori o di infezioni opportunistiche. 

Oggi molte persone si scoprono sieropositive solo nel momento in cui iniziano a mostrare i sintomi dell’infezione se non addirittura in prossimità o contemporaneamente allo stato di AIDS (late presenter). In questi casi è vitale incominciare al più presto una terapia contro l’HIV. 

Essere HIV+ non significa avere l’AIDS, infatti, l’HIV è il virus, l’AIDS è la malattia che ne deriva se l’infezione non viene curata, controllata, affrontata.

Come si trasmette? 

L’esposizione all’HIV si verifica quando alcuni fluidi del corpo di una persona sieropositiva entrano nel flusso sanguigno di un’altra persona. Sebbene il virus sia presente in molti liquidi corporei, gli unici che presentano quantità sufficienti per la trasmissione sono: sangue, sperma, secrezioni vaginali e latte materno. 

Il sesso penetrativo non protetto è la pratica più rischiosa, quello anale è più rischioso di quello vaginale, e la persona ricettiva corre più rischi di quella attiva. Praticare il sesso orale a qualcuno è considerato a rischio solo se vi è il contatto di sangue o sperma con le tue mucose. Ricevere sesso orale, così come baciarsi, accarezzarsi e strusciarsi, sono tutte pratiche sicure.

Cosa fare se hai avuto rapporti non safe con una persona positiva? 

Se hai fatto sesso non protetto con una persona sieropositiva e sei stato esposto al virus, non significa necessariamente che diventerai HIV positivo. Tuttavia, non esitare a recarti al pronto soccorso e a richiedere la profilassi post esposizione (PEP), questa profilassi, se iniziata in tempi brevissimi dal momento del contatto con il virus, idealmente entro le 4 ore, ma comunque non oltre le 72, può impedire la trasmissione e l’infezione. 

Attenzione! La PPE non ha un’efficacia del 100%, e potrebbe anche rivelarsi inutile, inoltre è una terapia molto lunga (anche parecchie settimane), che può avere effetti collaterali importanti. Per questi motivi non può essere presa come un’alternativa all’uso delle adeguate precauzioni. 

Test 

L’unico modo per accertare l’avvenuta infezione da HIV è fare un test. Il test è solitamente ematico, ma può essere anche salivare, e misura la presenza di anticorpi specifici che il nostro corpo produce quando avverte la presenza dell’HIV nel sangue. Per questo motivo il test ha sempre un “periodo finestra” che è il tempo necessario al nostro corpo per produrre una quantità di anticorpi rilevabili, che varia a seconda del tipo di test, e può essere fino a tre mesi. 

Attenzione! La PPE non ha un’efficacia del 100%, e potrebbe anche rivelarsi inutile, inoltre è una terapia molto lunga (anche parecchie settimane), che può avere effetti collaterali importanti. Per questi motivi non può essere presa come un’alternativa all’uso delle adeguate precauzioni. 

Test HIV rapidi: si tratta di test che rilevano la presenza di anticorpi nella saliva, nelle urine o nel sangue. Questi test danno un risultato affidabile a partire da 90 giorni dopo l’esposizione. Questi test possono essere eseguiti in autonomia e forniscono il risultato in circa 20 minuti.

Test HIV di terza generazione (anticorpi ELISA): i test di terza generazione rilevano gli anticorpi anti-HIV nel sangue, nella saliva o nelle urine. Per poter essere affidabili devono essere eseguiti a 90 giorni dall’evento a rischio. Occorre infatti tener conto del periodo denominato “finestra immunologica”, ossia il tempo che passa tra la data dell’infezione e la possibilità di rilevare la formazione di anticorpi anti-HIV. 

Test HIV di quarta generazione (antigene / anticorpo combinato ELISA): i test di quarta generazione cercano non solo gli anticorpi contro l’HIV, ma proteine strutturali del virus che possono essere rilevabili nel sangue anche durante le prime settimane dopo l’infezione. Per poter essere affidabili i test ELISA di quarta generazione possono essere eseguiti a 30 giorni dall’evento a rischio.

Terapie antiretrovirali 

L’infezione da HIV non può essere eliminata dal nostro corpo, questo significa che non esiste una cura. Esistono tuttavia terapie che impediscono efficacemente il raggiungimento delle ultime fasi dell’infezione, aiutando il nostro corpo a proteggersi, a mantenere alto il numero di anticorpi e quindi combattere le infezioni opportunistiche. 

Le terapie per combattere l’HIV si chiamano terapie antiretrovirali ed esistono sotto le forme più svariate. Spesso è necessario prendere più farmaci contemporaneamente, in quanto i vari farmaci colpiscono il virus in momenti diversi del ciclo di riproduzione, aumentando l’efficacia della terapia. Certamente, la terapia per l’HIV non è una passeggiata perché impone di prendere farmaci, spesso ad elevata tossicità, per tutta la vita, a cadenza regolare, spesso giornaliera, e ad orari specifici. Ciononostante questi farmaci permettono di rendere l’infezione da HIV non più mortale. 

❖ Le persone sieropositive o in AIDS hanno diritto a ricevere gratuitamente le prestazioni sanitarie appropriate per il monitoraggio della loro condizione e per la prevenzione delle eventuali complicanze. 

La privacy delle persone con HIV è tutelata dalla legge Legge 135 del giugno 1990, e in Italia è molto stringente.

Qui trovi un documento molto completo sullo status delle persone con HIV pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità.